Biscotti della Fortuna - Accendi le parole
La newsletter sulla creatività che gioca col fuoco e lo sa. Ventiquattresima puntata
Questa è una puntata pensosa, senza animaletti emotivi a tenerci compagnia. È una puntata in cui di creatività si parla, senza per forza creare. Perché ogni tanto fa bene anche fermarsi e riflettere su quello che stiamo facendo e su dove vogliamo andare.
Abbiamo davvero bisogno delle parole?
A un festival di psicologia ho fatto un esperimento: guardare negli gli occhi un’estranea per qualche minuto senza mai distogliere lo sguardo e provare a comunicare qualcosa in completo silenzio. Funziona? Beh io ero triste quel giorno e la malcapitata compagna di esperimento si è messa a piangere. Quindi direi di sì: e direi che è possibile comunicare un’emozione e connettersi a chiunque senza usare le parole. E allora perché sforzarsi a scrivere una newsletter creativa sulle emozioni? mi sono chiesta. Perché creare se basta guardare qualcuno negli occhi per comunicare?
Narrare è umano
Mi sono data questa risposta: quello che manca nella comunicazione verbale e non verbale, e che invece c’è nella scrittura e nella parola creativa, è la narrazione. La mia compagna di avventure al festival di psicologia ha sentito la mia emozione, ma finita l’esperienza a lei non è rimasto niente di me, né a me di lei. Intercettare l’emozione di qualcun altro come esseri umani non ci basta. Per creare legami, per crescere, per costruire, abbiamo bisogno di immedesimarci nelle storie degli altri. È attraverso la narrazione che l’emozione che sta provando qualcun altro arriva a dirci qualcosa anche di noi.
Quando narriamo accendiamo una luce e chi ci ascolta è in grado di seguirla e di trovare dei pezzetti di sé che aveva perso.
Parole spente, parole accese
Se ci limitiamo a “dire” a “riferire” a chiacchierare, possiamo usare parole spente. Per narrare invece dobbiamo avere il coraggio di far uscire quelle parole che dentro di noi si sono accese anche senza il nostro volere. Dobbiamo prendere le parole più infuocate, quelle più difficili da domare, e portarle fuori. Ma chi le ha accese queste parole? Le nostre emozioni ovviamente.
Le parole spente sono come pezzi di carta appiccicati su una parete per coprire le macchie di muffa. Le parole accese la muffa la colorano. Essere creativi è la scelta di illuminare, lì dove viene chiesto di nascondere; di raccontare, lì dove converrebbe tacere.
Dì pure cosa ti pare, ma fai caso a cosa comunichi!
Solo dopo aver liberato la mia creatività e aver iniziato il mio allenamento con la scrittura creativa, ho percepito la differenza tra dire e comunicare. Perché sì tutti i guru della comunicazione te lo spiegano, ma solo se ti metti in gioco con la creatività lo capisci davvero.
Ad esempio, possiamo dire “che bello”, ma comunicare il contrario con lo sguardo. Possiamo dire “sono disponibile”, ma comunicare che non lo siamo affatto col tono della voce.
E così possono fare anche i personaggi che inventiamo. E se non siamo consapevoli noi di cosa diciamo e di cosa comunichiamo, nella nostra quotidianità, come possiamo inventare dei personaggi che parlano e comunicano in modo credibile? Se le nostre parole sono spente, come possiamo pensare che quelle dei nostri personaggi accenderanno qualcuno?
Creare significa andare oltre ciò che vorremmo dire.
Ed esprimere quello che abbiamo davvero da dire.